Identificare meccanismi cerebrali tipici di una persona

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 25 gennaio 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Originariamente lo studio elettrofisiologico della corteccia cerebrale mediante l’elettroencefalogramma (EEG) era stato concepito per esplorare e rilevare attività elettriche anomale quali segni di patologia, particolarmente in rapporto all’attività alfa, un ritmo a prevalenza posteriore di 9-13 cicli per secondo, che riflette l’attività cerebrale nel soggetto in stato di passiva quiescenza a occhi chiusi. Poi l’EEG, insieme con altri metodi e tecniche di rilevazione dell’attività elettrica, è divenuto il più efficace mezzo di studio della neurofisiologia cerebrale umana e, per alcuni decenni, virtualmente l’unico strumento per indagare processi cerebrali in corso, contribuendo a definire stadi e fasi del sonno (REM, NREM) e caratteri della veglia. L’introduzione delle metodiche di neuroimaging funzionale ha grandemente ridotto l’importanza per la ricerca di questo strumento che, in ogni caso, è stato impiegato, anche nelle sue versioni poligrafiche più recenti, sempre in rapporto a modelli medi. La possibilità di impiegare le peculiarità individuali per definire meccanismi funzionali distintivi di una singola persona era sempre stata esclusa in passato, e solo di recente è diventata oggetto di attenzione sperimentale.

In condizioni di riposo l’attività del cervello converge su pattern temporali specifici di una persona; i contrassegni elettrofisiologici di queste dinamiche, quali la sincronizzazione e lo spectral-power, predicono le abilità cognitive ma, al livello della persona quale specifico individuo, è risultato difficile mapparle su modelli biologici del cervello a causa dei numerosi parametri del modello implicati. Tali modelli hanno importanza critica per legare i processi biologici agli esiti delle dinamiche e per i fini della medicina personalizzata.

Mattew F. Singh e colleghi hanno sviluppato e rigorosamente validato un approccio guidato dai dati per stimare direttamente modelli cerebrali individualizzati, contenenti centinaia di popolazioni neuroniche e migliaia di parametri modello per la registrazione non invasiva dell’attività dell’encefalo. I ricercatori, facendo stime comparative dei modelli, hanno identificato un meccanismo matematico (attractor topology) che porta le differenze individuali nello spectral-power e le riconduce alle peculiarità della singola persona nei circuiti inibitori locali.

(Singh M. F. et al., Precision data-driven modeling of cortical dynamics reveals person specific mechanisms underpinning brain electrophysiology. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2409577121, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Statistics, University of Illinois, Urbana-Champaign, Champaign, IL (USA); Beckman Institute for Advanced Science and Technology, University of Illinois, Urbana-Champaign, Champaign, IL (USA); Department of Psychology, University of Illinois, Urbana-Champaign, Champaign, IL (USA); Department of Electrical & Systems Engineering, Washington University in St. Louis, St. Louis, MO (USA); Department of Psychological & Brain Sciences, Washington University in St. Louis, St. Louis, MO (USA); Center for Molecular and Behavioral Neuroscience, Rutgers University, Newark, NJ (USA).

[Edited by Terrence Sejnowski, Salk Institute for Biological Studies, La Jolla, California USA].

Per oltre mezzo secolo i neurologi hanno dovuto spiegare ai pazienti che l’EEG non è un mezzo per indagare la mente, come si vedeva nei film e si sentiva dire, ma solo una metodica per studiare e indagare l’attività elettrica connessa a epilessie, tumori e altre malattie neurologiche. Poco per volta, grazie ai progressi compiuti nella metodica e al crescere delle conoscenze neurobiologiche, lo studio elettroencefalografico in senso lato è diventato sempre più uno strumento per l’esplorazione di processi cognitivo-strumentali.

Oggi possiamo affermare che l’attività cerebrale libera da compiti specifici offre una possibilità unica di conoscenza della struttura funzionale delle dinamiche delle reti neuroniche dell’encefalo ed è stata usata per identificare markers di differenze individuali.

Nello studio di Mattew F. Singh e colleghi qui recensito, si presenta un quadro di ottimizzazione algoritmica, che direttamente inverte e parametrizza i modelli dei sistemi dinamici di tutto l’encefalo, implicanti centinaia di popolazioni neuroniche interagenti, tratte dalle registrazioni da singoli soggetti di M/EEG in serie temporale.

Questa tecnica fornisce un potente strumento neuro-computazionale per interrogare i meccanismi sottostanti le dinamiche del singolo e specifico cervello, ossia i modelli cerebrali di precisione (“precision brain models”) e fare previsioni quantitative.

Mattew F. Singh e colleghi hanno proceduto ad un’estesa validazione della prestazione dei modelli nella previsione dell’attività cerebrale futura e nel prevedere la variabilità individuale in misure chiave di M/EEG. I ricercatori hanno poi dimostrato il potere della loro tecnica di risolvere le differenze individuali nella genesi di oscillazioni in α-frequenza e β-frequenza.

In tal modo, i ricercatori sono stati in grado di caratterizzare i soggetti basandosi sulla topologia del modello dell’attrattore e su un meccanismo di sistemi dinamici, mediante i quali queste topologie generano variazioni individuali nell’espressione di ritmi α vs ritmi β. Singh e colleghi hanno poi riportato questi fenomeni alle variazioni globali nell’equilibrio eccitatorio-inibitorio, evidenziando il potere esplicativo del loro metodo nel generare conoscenza dei meccanismi.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-25 gennaio 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

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